Dopo lunghe serate e due interruzioni, finalmente ho completato le 770 pagine di Grossman.
Di questo libro ho cambiato opinione più volte.
Inizialmente sembrava onirico, trasognato, irreale: tre ragazzi (ma ne vedi solo due) chiusi in un reparto ospedaliero che sperano di tornare a vivere, almeno un po', in uno stato di Israele segnato dalla guerra continua.
Poi mi è parso catartico, la ragazza di allora che fa a botte con il suo passato, il marito, i figli, le sue certezze così poco certe, le sue paure così irreali, le sue sensazioni così.. così..
Mi ha aiutto mia moglie: così femminili. Strano che lo scritore sia un uomo.
C'è stata poi la fase cinica: se voleva raccontare un menage a trois poteva risparmiarsi le 770 pagine...
E infine la fase curiosa: ma come può andare a finire un libro così?
Non lo avrei immaginato, non credo sia facile immaginarlo.
Alla fine il libro è stato bello, intenso.
Penso sia più piacevole per una donna, mi pare si possa identificare maggiormente con Orah, la protagonista, e condividerne il ricordo di certe emozioni e paure tipicamente al femminile.
Però, ribadisco il concetto, mi pare lungo, eccessivamente e senza una reale necessità.
Bravo Grossman, ma... cercasi lettori veramente appassionati.
Di questo libro ho cambiato opinione più volte.
Inizialmente sembrava onirico, trasognato, irreale: tre ragazzi (ma ne vedi solo due) chiusi in un reparto ospedaliero che sperano di tornare a vivere, almeno un po', in uno stato di Israele segnato dalla guerra continua.
Poi mi è parso catartico, la ragazza di allora che fa a botte con il suo passato, il marito, i figli, le sue certezze così poco certe, le sue paure così irreali, le sue sensazioni così.. così..
Mi ha aiutto mia moglie: così femminili. Strano che lo scritore sia un uomo.
C'è stata poi la fase cinica: se voleva raccontare un menage a trois poteva risparmiarsi le 770 pagine...
E infine la fase curiosa: ma come può andare a finire un libro così?
Non lo avrei immaginato, non credo sia facile immaginarlo.
Alla fine il libro è stato bello, intenso.
Penso sia più piacevole per una donna, mi pare si possa identificare maggiormente con Orah, la protagonista, e condividerne il ricordo di certe emozioni e paure tipicamente al femminile.
Però, ribadisco il concetto, mi pare lungo, eccessivamente e senza una reale necessità.
Bravo Grossman, ma... cercasi lettori veramente appassionati.
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