mercoledì 25 giugno 2014

Isabel Allende - Il gioco di Ripper

Thriller dai sapori quasi polizieschi per la grande Isabel Allende.
Amanda é una teenager molto intelligente: é figlia di Indiana, una giovanissima madre poco piú che trentenne, a sua volta single affascinante e piuttosto contesa.
Amanda adora gli intrighi ed i misteri polizieschi:
se li studia cosi intensamente da arrivare a creare un gioco di ruolo in rete chiamato Ripper, nel quale i giocatori avviano deduzioni e controdeduzioni relative a casi polizieschi presi dalle pagine di nera cittadine, ed a volte raggiungono le giuste intuizioni prima degli investigatori ufficiali stessi.
Indiana invece é legata ad un "misterioso" piú soft: massaggi olistici, aromaterapia, magnetoterapia, reiki, e via cosi. La sua attivita' lavorativa é basata proprio su queste discipline, somministrate ai pazienti in sapiente amalgama al suo innato fascino; in questo modo riesce a mantenersi, insieme con la figlia.
Le loro due vite scorrono parallele, l'una univoca e razionale mentre l'altra piú delicatamente magica, fino a quando il gruppo di Ripper fa una scoperta importante: c'é un filo conduttore tra i diversi omicidi su cui i ragazzi stanno giocando: un filo che porta direttamente ad una stessa e sola mente criminale per tutti i misfatti; nel frattempo pero' anche Indiana scompare improvvisamente e inspiegabilmente, senza lasciar tracce.
Tutto precipita, con un serial killer sfuggevole e impossibile da identificare, e la Polizia che brancola nel buio.
Solo Amanda ed i suoi amici di Ripper sembrano essere in grado di dipanare il mistero e di salvare cosi' Indiana; ma riusciranno a farlo in tempo?
La struttura del thriller é un po' troppo diluita, gonfia di particolari e di ingredienti, ma paradossalmente povera di personaggi: al momento opportuno individui il colpevole solo perché non ce ne sono altri possibili. Anche il ritmo del racconto é altalenante, ogni tanto ha delle pause ma nessuna vera accelerazione, ed il flusso degli avvenimenti usa troppo spesso la magia di un ingrediente 'esterno' per sbrogliare un pezzo di matassa: l'epilogo stesso -ad esempio- é un po' improbabile.
Nel complesso un buon thriller, con diverse trovate e qualche colpo di scena, ma a mio avviso risulta un impacciato sconfino in un genere non proprio congeniale all'autrice: va comunque detto che anche se qui si stenta a riconoscere la sua penna, Isabel Allende resta comunque una grande professionista, che si salva di (immenso) mestiere.
Da leggere? Se c'é sdraio ed ombrellone, si'....

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