martedì 24 marzo 2009

Jeffery Deaver - Nero a Manhattan


Deaver è per me ormai una vecchia conoscenza: questa è la sua 19a opera che leggo.
Si tratta indubbiamente di uno scritto 'giovanile', che ha il primo copyright datato addirittura 1988.
E il lettore che conosce i soliti livelli delle avventure di Amelia Sachs e Lincoln Rhyme se ne accorge...
L'idea è probabilmente quella di un thriller costellato, quasi impreziosito, di citazioni cinematografiche: miscela di ingredienti come mafia e malavita, ma anche come sregolatezza, fantasia e (casto) sesso,
sembrano essere la ricetta sottostante.
La protagonista è giovanissima, è ragazza ancora più adolescente che donna, e si butta senza rete in una avventura che appare al lettore senza capo nè coda.
Una fantasia insomma, che nessun 'adulto' avrebbe mai considerato.
E invece questa sua adolescenziale testardaggine la porta in luoghi dove altri non si sarebbero mai avventurati, in situazioni che nessuno avrebbe nemmeno sospettato.
Non racconto di più: Deaver già dimostra anche in quest'opera la sua propensione al colpo ad effetto, al 'salto mortale finale', come lo chiamo io; ed è tipico dei suoi libri, anche quelli più maturi.
La prosa scorre, i personaggi ci sono, emergono anche se un po' con fatica, ma la trama nel suo complesso stenta un po' a decollare, ed i personaggi sono -ahimè- probabilmente destinati a questa unica apparizione...
Mio giudizio finale abbastanza buono, ma più per stima del nome dell'autore che non per l'opera in sè.
Consiglio: se non avete ancora letto niente di Deaver (Ma...vergogna! Dove siete stati fino ad oggi??? ;-) ), leggete prima questo, poi partite con i 3 della serie 'Pellam' (Sotto terra, Fiume di sanue, L'ultimo copione di J. Pellam); solo dopo affrontate 'Il collezionista di ossa' (da leggere per primo, perchè 'presenta' Amelia e Lincoln) e dopo tutti gli altri...
Buona lettura.

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