Inops, potentem dum vult imitari, perit.
In prato quondam rana conspexit bovem
et tacta invidia tantae magnitudinis
rugosam inflavit pellem: tum natos suos
interrogavit, an bove esset latior.
Illi negarunt. Rursns intendit cutem
maiore nisu et simili quaesivit modo,
quis maior esset. Illi dixerunt bovem.
Novissime indignata dum vult validius
inflare sese, rupto iacuit corpore.
Nessun commento, Fedro non ne ha bisogno.
Certo che in latino il messaggio è spettacolarmente chiaro.
E soprattutto tanto attuale da essere sorprendente.
(per chi mastica poco il latino, una traduzione 'a spannone':
Chi cerca di imitare a tutti i costi i più potenti, spesso ottiene l'esatto opposto.
Una volta in un prato una rana vide un bove, e rosa dall'invidia per la sua grandezza si gonfiò, poi chiese ai suoi figli se fosse più grande di quello. Loro negarono, e lei si gonfiò ancora di più: poi rifece la domanda. Gli risposero che era più grande il bove. La rana allora, ancor più indignata, si gonfiò ancora di più, ma all'improvviso il suo corpo scoppiò.)
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