giovedì 20 marzo 2014

David Grossman - Che tu sia per me il coltello

Libro stranissimo ad opera di una Penna strabiliante.
Parla di un uomo e di una donna: lui vede (o meglio 'nota') lei in una occasione pubblica, da lontano, e si convince che deve conoscerla.

Beh, niente di nuovo...
Già.
Ma lui vuole solo indirizzarle numerose lettere, nelle quali le propone un gioco (totalmente epistolare) in cui lui si aprira' a lei, e viceversa se lei vorra' accettarlo, arrivando pian piano a spogliarsi di ogni velo e di ogni maschera e di ogni inibizione.
Il gioco lentamente decolla, si fa via via piú intrigante, e le loro anime passo passo si intrecciano fino a che...
He he he... Leggetelo.
Grossman é geniale nell'ideare e condurre la trama dell'insolito rapporto, anche perché ha la maestria di scrivere effettivamente le missive di solo una delle due parti, lasciando intendere le risposte ricevute dal contesto della nuova lettera che va scrivendo.
All'inizio l'opera sembra leggera, appena conturbante, e rilascia lievi sensazioni da voyeur gentile; poi pero' l'approfondimento dell'animo e delle pulsioni - in un susseguirsi di fatti del tutto inimmaginabili, altro plauso all'Autore - procede con decisione sempre crescente , trivellando inaspettatamente ma senza pieta' ogni nuovo diaframma di pudore che incontra.
Il libro é ricco di riferimenti culturali ebraici (le n.d.t. sono infatti molto frequenti, e necessarie),ed alterna momenti delicati e idilliaci con attimi crudi, a volte quasi destabilizzanti.
Ma ricondurre l'esperienza di questa lettura a "solo questo" sarebbe riduttivo.
Le pagine odorano dei profumi della natura. I brani palpitano di emozioni, che si aggrappano ora al cuore ora all'anima. I "dialoghi" strappano il lettore dentro la storia, stordendolo ripetute volte: la nostra immedesimazione nei due personaggi é una attivita' pianificata con cura dall'Autore, che riesce varie volte nel suo intento.
E mentre questa pagina ti fa indignare, quella un po' piú avanti ti accarezza l'anima.
Insomma, una esperienza indimenticabile, anche se non saprei giudicare quanto si possa definire effettivamente 'piacevole': sembra piú di aver condiviso un pezzo di vita, con le sue gioie ed i suoi dolori, e con la netta sensazione di uscirne alla fine sia arricchiti che disillusi.
Come accade spesso anche nella vita reale.
Un libro da non acquistare: molto meglio se venisse regalato.

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