Il testo non è mio, ma è tratto da un sito (http://www.basketcavenago.brianzaest.it/news.htm): lo riporto perchè racconta come per me fu l'inizio della passione del basket.
Sul sito originale ci sono anche delle foto, nelle quali sfido chiunque ad identificarmi...
"Le prime partite di basket a Cavenago Brianza
È l’inverno dell’anno scolastico 1971/72.
Da allora sono passati 38 anni.
La scuola elementare di Cavenago è situata in via 25 Aprile, nella palazzina che ora ospita gli ambulatori medici e il CUP; alcune aule sono dislocate al primo piano di palazzo Rasini.
Le bambine ed i bambini della classe 4^B, che tra le materie del doposcuola scolastico hanno “Giochi sportivi”, a causa della brutta stagione non hanno più la possibilità di uscire a giocare nel giardino dove si cimentano on partite di calcio e gare sportive.
E all’interno della scuola non è facile organizzare giochi di movimento.
Esplorando l’edificio scolastico per trovare nuovi spazi, un giorno quasi per caso aprono una porta; c’è una scala che conduce al seminterrato.
Si trovano così in uno stanzone, quasi vuoto, che a loro (che lo guardano con i loro occhi da bambini) sembra immenso.
In un angolo ci sono solo due lunghi e massicci tavoloni di legno, da tempo inutilizzati.
Il locale è mal illuminato e polveroso, però suggerisce, non si sa a chi, un’idea, e cioè quella che potrebbe diventare un campo da gioco, e precisamente un campo da basket.
Con il permesso dell’allora Assessore alla Pubblica Istruzione, l’insegnante e quattro alunni si fermano al termine delle lezioni pomeridiane (allora al pomeriggio si frequentava il “doposcuola” organizzato dal Patronato scolastico) e con tanta buona volontà, alcuni grossi pennelli e tante confezioni di tempera, imbiancano le pareti.
Ora il locale è più accogliente e più luminoso, anche perché l’insegnante sostituisce le lampadine con altre di maggiore voltaggio.
I due tavoloni vengono messi in piedi, uno di fronte all’altro, sui due lati più stretti dello stanzone; nella parte più alta di ogni tavolo, così sistemati, viene fissato con delle viti un cerchio di ferro (un rudimentale canestro senza retina), regalo che la classe ha ricevuto dal fabbro, padre di uno degli scolari.
Con l’aiuto di alcune bambine e bambini volenterosi, grazie al prestito delle scope del bidello, il pavimento viene lavato; questa pratica si ripeterà almeno una volta alla settimana, fino alla fine dell’anno.
Iniziano così le prime partite di basket, con gli alunni divisi in tre squadre, impegnate in una specie di campionato; per far giocare tutti sono previsti cambi obbligatori ogni cinque minuti.
I nomi scelti sono quelli delle squadre che allora vanno per la maggiore: Simmenthal, Ignis e Forst.
Si iniziano a conoscere le prime regole, anche se per molti sono difficile da rispettare; soprattutto nel primo periodo, al posto della partita, si svolgono allenamenti nei quali si provano il palleggio, il tiro da fermo, il tiro in corsa ed in sospensione, i passaggi ad una mano, a due mani, schiacciati…
L’anno successivo, in quinta, genitori e adulti amici dell’insegnante aiutano a migliorare la situazione.
Il direttore di uno stabilimento di vernici della zona non solo regala la vernice rossa anti-polvere per dipingere il pavimento, ma dedicando una sua intera serata libera alla classe la stende personalmente. Il risultato è sorprendente: il bianco delle pareti ed il rosso del pavimento danno l’illusione di un vero impianto sportivo. E appena il campo è asciutto, con vernice bianca e nastro da carrozziere, l’insegnante ed alcuni scolari tracciano le righe e le lunette.
Un negoziante vende all’insegnante, a prezzi particolarmente favorevoli, dieci maglie da basket (cinque rosse e cinque gialle) e dieci pantaloncini.
Da allora, ad ogni intervallo e nelle ore del doposcuola dedicate alle attività sportive, indossando magliette e pantaloncini, si disputa un regolare campionato di basket con andata e ritorno, a cinque squadre (Garibaldina, Magnifici, Dinamite, Popcorn, Proiettili)
Chi non gioca, perché in quel giorno la sua squadra non è impegnata, può essere arbitro o impegnato al tavolo della giuria oppure semplicemente tifoso.
Sul giornalino di classe, nella pagina sportiva, sono riportati i risultati: classifiche dei marcatori, conteggi dei falli, uscite dal campo per i cinque falli…
Non si sa se queste sono state le prime “vere” partite di basket giocate a Cavenago Brianza. Quelle partite rappresentano comunque, per tanti signori e signore ormai vicini alla cinquantina, un bellissimo ricordo di un’infanzia creativa e ricca di emozioni, nella quale una cantina sembrava un Palazzetto dello sport e tutti, pur di giocare, erano disponibili ad imbiancarne le pareti o a lavarne il pavimento."
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