sabato 16 gennaio 2010

Jeffery Deaver - La strada delle croci


Ultima fatica di Deaver, anche stavolta senza il mitico Lincoln Rhyme, ma con l'esperta in cinesica applicata al delitto Katylin Dance.

Uno psicopatico pianta delle rozze croci lungo una hi-way, e alla base lascia sempre dei fiori in ricordo della vittima.
Anzi, sulla croce per essere certo che non ci siano dubbi mette anche la data del funesto evento. Solo che immancabilmente la data scritta è... il giorno dopo.
La caccia al serial killer porta la Dance a contatto con social network, blog, realtà virtuale (o mondi sintetici, come li chiama Deaver), e anche con le perversioni mentali che questo mondo nuovo a volte genera in alcuni individui.

Il libro è buono, come sempre, ma l'ho trovato meno intrigante di altri.
Rappresenta però parallelamente un buon metodo per conoscere il mondo dei Blog, degli universi virtuali, e la fauna che li popola.

Invece per godermi un buon thriller aspetterò il prossimo.

giovedì 7 gennaio 2010

Andrea Vitali - Pianoforte vendesi


Questo libretto di Vitali più che altro è un racconto.
Anzi, un raccontino con voglie di divertissement.

Il medico lecchese stavolta si cimenta a inventare un gioco di parole e di situazioni lungo una ottantina di pagine, sorretto dalla credenza popolare della ricomparsa degli spiriti nella notte dell'Epifania.
Ora, non so ma immagino che nel lecchese la cosa sia davvero così, anche se a me sembra che poi gli spiriti ricompaiano più tradizionalmente a Halloween o giù di lì.

Il giochetto letterario è simpatico, fa sorridere spesso e scorre via benissimo.
Ma a mio modesto parere non vale i soldi che l'editore chiede per il libretto.
Peccato, Andrea Vitali mi è sempre piaciuto molto, ma in queste mini-opere il buon Camilleri si è dimostrato di gran lunga più bravo di lui.
Speriamo torni presto con un'ambientazione sempre lecchese ma in un'opera di più ampio respiro, decisamente il suo terreno preferito.

martedì 5 gennaio 2010

Michael Connelly - La città buia

Nuova fatica per Connelly, nuova indagine per Harry Bosch, nuova cattiva pubblicità per l'FBI ed i suoi addetti, sembre più intenti a guardarsi ed a rimirarsi invece che a seguire le piste giuste.
O almeno così appaiono negli scritti di Connelly.
Hyeronimus Bosch, un detective che con un nome del genere non può essere "normale", viene reintegrato nella squadra rapine-omicidi di LA.
La sua squadra non è però quella delle rapine o degli omicidi semplici: loro trattano quelli che vengono classificati come hobby.
Chiaro, no? No, per niente: i casi di questa squadra sono quelli più complessi, nei quali sono implicati a vario titolo personalità note o nei quali ci sono complessità investigative che travalicano la competenza di un singolo distretto di polizia, e per queste motivazioni tendono a diventare indagini molto lunghe, minuziose e laboriose, nelle quali riversare molta pazienza e molto tempo: come negli hobbies, appunto.
Stavolta il morto è un medico, ma questi ha accesso a componenti radioattivi utilizzati in medicina oncologica; purtroppo, in quanto radioattivi, sono di notevole interesse anche per le formazioni terroristiche, e l'implicazione di queste ultime - dopo l'11 settembre - mette sempre in fibrillazione FBI e tutta la compagnia cantante segreta.
Nell'indagine per omicidio di Bosch irrompe così l'FBI, con l'immancabile ex (non era difficile, lui ne ha una collezione...) a calpestargli i piedi e a cercare di metterlo "fuori del caso".
Chi conosce Bosch (e Connelly) sa che non è così facile, e sa anche che l'FBI è destinata, una volta ancora, a fare la figura peggiore.
Libro molto veloce e intrigante (2 serate per oltre 300 pagine: non un record, ma un parametro sì) scritto bene e piuttosto verosimile.
Bravo, ancora una volta, a Connelly.
Un solo dubbio: che c'entra il titolo? Mah...