lunedì 7 novembre 2011

Non sappiamo connetterci...

(ricevuta da una amica, con spiccato senso dell'umorismo)

Scrive un anonimo marito...
"Non ho mai capito perchè le necessità sessuali degli uomini e delle donne sono così differenti fra loro...
E non ho mai capito perchè gli uomini pensano con la testa mentre le donne con il cuore.
Però......Una notte mia moglie ed io siamo andati a letto.
Abbiamo cominciato ad accarezzarci, massaggiarci, bacini etc,etc.....
La questione è che io ero già pronto, ma proprio in quel momento lei mi dice:  
'Adesso non ne ho voglia, amore mio. Voglio solo che mi abbracci'
Ed io esclamo:
'CHEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE???????????????'
Al che mi dice le parole magiche di tutte le donne:
'Non sai connetterti con le mie necessità emotive di donna'.
Il punto finale è che quella sera non ci sarebbe stata nessuna lotta.
Ho messo a posto gli oli afrodisiaci, ho spento le candele, ho tolto il disco di Baglioni (in quei momenti funziona quasi sempre) ho spento lo stereo ed ho rimesso in frigo lo champagne.
Sono andato a farmi una doccia fredda per vedere se potevo calmare 'la bestia' e mi sono messo a guardare Discovery Channel a tutto volume per non fare dormire la figlia di mia suocera...
Dopo un pò mi sono addormentato.
 
Il giorno dopo siamo andati al centro commerciale e mi sono messo a guardare orologi mentre lei si provava tre modelli carissimi di Armani.
Come tutte le donne non sapeva decidersi, così le ho detto di prenderli tutti e tre.
A questo punto mi ha detto che le sarebbero servite delle scarpe nuove da mettere con i nuovi vestiti...
350 euro al paio...
Le ho detto che andava bene.
Di lì siamo andati nella sezione casual dalla quale ha preso un piumino ed una borsa di Louis Vuitton.
Era così emozionata!
Credo pensasse che fossi diventato pazzo, ma ad ogni modo le ha prese lo stesso. Mi ha messo, quindi, alla prova chiedendomi un gonnelino corto da tennis.
Non sa neanche correre, figuriamoci giocare a Tennis.
E' rimasta shockata quando le ho detto di comprare tutto ciò che voleva.
Era eccitata sessualmente dopo tutto questo, ed ha cominciato a chiamarmi con tutti i nomignoli più affettuosi e stupidi che le donne usano. 'Cucciolone mio'; 'Topolino amoroso' e così via.
Siamo andati alla cassa a pagare.
E' stato qui che, essendoci solo una persona prima di noi, le ho detto:
'No amore mio, credo che in questo momento non ho voglia di comprare tutto questo'...
Se aveste potuto vederle la faccia, diventò pallida quando le ho detto:
'Voglio solo che mi abbracci'.
Sembrò quasi che stesse per svenire, le si è paralizzata la parte sinistra del corpo, le è venuto un tic nervoso all'occhio.
A questo punto le ho detto:
'Non sai connetterti con le mie necessità finanziarie di uomo'. "
 

domenica 7 agosto 2011

Glenn Cooper - Il libro delle anime

Sequel del famosissimo La biblioteca dei morti, di cui svolge fino in fondo l'idea fantastica che l'aveva ispirato.
Will Piper, dopo il devastante coinvolgimento nel caso Doomsday, nel quale la sua vita è cambiata per sempre, cerca di adattarsi al suo nuovo ruolo di ex-federale in pensione, di neo marito di Nancy, la sua giovane ex partner, e soprattutto di neo papa'.
La vita scorre un po' troppo piatta, per un uomo come lui. Ma l'accordo con l'FBI prevederebbe proprio questo: fuori dai piedi ed acqua in bocca, in cambio di un ricco prepensionamento.
Il basso profilo pero' rende Will nervoso, ed appena Henry Spence, ex ricercatore dell'Area 51, lo contatta, Will non riesce a resistere e si fionda nella nuova avventura: recuperare l'unico volume scomparso tra quelli della Biblioteca dei Morti, e soprattutto cercare di capire perch‎​é gli antichi scrivani avevano cessato d'un tratto tutti insieme le loro registrazioni.
L'avventura lo portera' a Londra, ma soprattutto gli attirera' le attenzioni di nemici vecchi e nuovi, sempre molto pericolosi: con il corollario di una Nancy inviperita dal fatto che un tale comportamento mette in serio pericolo la vita di loro figlio Phills.
L'avventura si dipana in mille colpi di scena, alcuni francamente piuttosto inverosimili, fino a che Will non raggiungera' un punto di non ritorno, dal quale non potra' che fare scelte estreme.
L'idea del libro precedente fu semplicemente spettacolare, e tributo' a Cooper un successo planetario anche grazie ad una trama splendidamente congegnata. Il seguito risente un po' della mancanza di quell'effetto sorpresa, e resta imbrigliato in diversi vincoli di coerenza, che oggettivamente gli tarpano un po' le ali.
Ciononostante il prodotto finale è piacevole e scorrevole, e tiene il lettore avvinto al testo fino all'ultimo, quando l'autore chiude di fatto la saga.
Bello, un gradino sotto il precedente. Ma forse non si poteva fare di meglio.
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venerdì 29 luglio 2011

Vanessa Diffenbaugh - Il linguaggio segreto dei fiori


Questo libro mi ha proprio colpito in profondità.
Victoria Jones compie diciotto anni: per la legge non è più una ragazza abbandonata dalla famiglia, ma una donna capace di badare a se stessa. Peccato che non abbia una casa, non abbia un lavoro, non sia capace di instaurare un rapporto convinto e positivo con nessun essere umano.
Meredith, la sua assistente sociale, finalmente non ce l'ha più in carico, e non deve cercare una nuova sistemazione in una famiglia affidataria che accetti la sfida di una bambina selvatica ed impossibile.
Victoria infatti ha cambiato innumerevoli famiglie d'affido, ma con tutte la cosa è finita male, dopo più o meno giorni...
La ragazza ha una sola sensibilità: conosce fiori e piante, sono le sole entità viventi con cui riesce a relazionarsi fattivamente, e soprattutto ne conosce il significato profondo, il loro linguaggio. Tanto che nei momenti di maggior spessore emotivo delega appunto ai fiori il compito di esprimere le sue emozioni: fiori regalati, fiori rubati, fiori lanciati, fiori disegnati, fiori minacciati.
Però prima o poi ogni persona incontra la sua possibile anima gemella: e così il linguaggio dei fiori da scudo e corazza diventa grimaldello e messaggero.
Il libro si snoda con la metamorfosi di questa giovane donna, attanagliata dalla paura di non saper amare e dilaniata dalla necessità di amare finalmente qualcuno.
Quando un esordio fa il botto! Libro intrigante, che piace subito, vola via e fa tornare ogni tanto sulla pagina letta per degustarla di nuovo.
Davvero molto bello: consigliatissimo, ha per di più in coda un piccolo settore fiore/significato che aiuta anche noi a scegliere il giusto fiore per il momento adatto.

venerdì 15 luglio 2011

Andrea Camilleri – Il gioco degli specchi


Un Commissario Montalbano sempre più attratto dalle belle donne e sempre meno vicino a Lidia, è alle prese con una serie di bombe, avvertimenti mafiosi e tentate ammazzatine (a volte riuscitissime).
Questa volta una nuova e bellissima vicina di casa sembra volerlo sedurre, più o meno velatamente: ma le cose in Sicilia sono sempre molto diverse da quello che sembrano: così le bombe sembrano messaggi a uno, e lo diventano per altri, le tentate ammazzatine pure, ed anche la bella Liliana sembra rientrare in queste logiche.
Così, tra l'efficienza di Fazio, la cieca devozione di Catarella, e le intramontabili abilità di Mimì Augello, il Commissario nazionale finisce per risolvere il mistero misterioso.
Un intreccio forse un po' troppo complesso, che necessita quasi di un gioco di prestigio per poterne uscire fuori con una parvenza di credibilità; comunque sempre bello.
Come ultima nota, in questo romanzo si trova una sicilianità dei testi un po' più spiccata del solito, cioè con motteggi e sostantivi più 'stretti' rispetto alle volte precedenti, tanto che il neofita farebbe bene a leggersi un paio di lavori precedenti, tanto per comprendere un po' la lingua prima di affrontare questo.

domenica 10 luglio 2011

Jeffery Deaver – Carta Bianca


Ritorna il mito dell'agente segreto rubacuori e sfrontato, abile e fortunato: 007, ovvero James Bond.
Infatti Deaver ha scritto una puntata della saga interminabile di questo Agente in incognito.
Bond si trova invischiato con un terrorismo internazionale che vuole creare una strage di enormi dimensioni.
L'intelligence ufficiale comprende che il progetto prende il nome di Geenna, come erano chiamate nell'antica Palestina le discariche di rifiuti in cui ardeva fiamma eterna.
Le sue indagini però lo portano dalla Serbia alìi sobborghi di Londra, per poi spostarsi di nuovo nientemeno che a Doubai e poi in Sudafrica, all'inseguimento de "L'Irlandese" ed il suo boss Hydt.
E parallelamente si muove leggiadro tra la sua collaboratrice in uffico, la splendida Philly, e le nuove dame conosciute dall'altra parte del mondo, Felicity e Bheka.
L'azione è assicurata, come anche i flirt...
Deaver si avventura un po' lontano dai suoi canoni tradizionali, e la narrazione mostra i limiti di questa inesperienza. Ne esce un James Bond con abilità da supereroe, un po' troppo indistruttibile e immortale; e ne esce un seduttore stereotipato, uomo di mondo con la guida turistica ed il libretto di istruzioni, un po' stucchevole a mio avviso.
Il libro scorre, pur nelle sue 600 pagine: però resta il dubbio se una nuova avventura tra i cieli di New York o Los Angeles, a Deaver più confacenti, non sarebbe riuscita meglio.


giovedì 16 giugno 2011

Chiara Gamberale - Le luci nelle case degli altri



Mandorla (Mandorla?!? Sì, Mandorla!) è una ragazzina decisamente insolita. Lei infatti non ha più la madre, ma ha almeno 5 papà.
No, non è un remake di 'Tre uomini ed una culla': è decisamente più intrigante.
Maria. la mamma naturale, è una madre single: purtroppo muore in un incidente con il motorino quando Mandorla ha soli sei anni.
Ma lascia alla ragazzina una specie di testamento, nel quale rivela - a lei e ad una attonita assemblea condominiale - chi sia il padre.
La lettera crea il panico nelle varie famiglie e coppie di fatto residenti lì: uno di loro è il papà, ma chi?
Nella burrascosa riunione si decide di tutto, ma soprattutto si decide che Mandorla - per il bene delle altre famiglie coinvolte - non dovrà sapere chi è il suo vero padre.
Per cui tutte e cinque le famiglie del condominio (una per piano) adottano la bambina, e se ne prendono cura a rotazione.
Inizia così una spassosissima (per il lettore) infanzia, nella quale la giovane Mandorla accetta il fatto di essere figlia di coppie molto diverse tra loro: un ingegnere e un gioielliere omosessuale, una maestrina in pensione e una speaker radiofonica, una casalinga depressa e una avvocato in carriera con il problema del sovrappeso, uno scrittore di successo ed un regista fallito...
E naturalmente ha fratelli e cani che non s'aspettava più di possedere.
Giunge infine l'età incerta, quella dei primi batticuore e della consapevolezza dell'individuo, ma nel caso di Mandorla il burrascoso rapporto con gli ADME (Altri Della Mia Età) si fa più ancor più complicato... Proprio quando servirebbe una famiglia come punto sicuro di riferimento...
Il libro scorre benissimo, la Gamberale è magistrale nello svolgere la trama. e piazza qua e là definizioni di situazioni reali che sono autentiche chicche.
Gran bel racconto, insolito e molto piacevole.
Ma...alla fine si scoprirà chi è il padre?
Hahahahaha

giovedì 2 giugno 2011

Carla Pavone - Come battito d'ali


Romanzo d'esordio per Carla Pavone, che oltre ad essere una splendida penna, è anche un'amica.
Annika è un legale che ha vissuto la sua gioventù a Casablanca.
Quando un incidente sbriciola il suo piccolo mondo Africano, insieme alla sua famiglia, Annika si trasferisce in Italia, e ricomincia una vita nuova.
Tutti i ricordi magrebini sembrano ben nascosti, confinati nel suo cuore, chiusi in un baule che lei non intende più aprire.
Ma la sorte la pensa diversamente, e ben presto non solo la donna deve recuperare e analizzare le scatole di vecchi effetti personali ancora saldamente chiuse e dimenticate nella sua soffitta, ma sarà costretta anche a fare i conti con gli uomini (e le donne) del suo passato.
L'intreccio si fa sempre più stretto, e l'incontro con lo sguardo magnetico di Gabriele metterà a nudo molti lati di Annika che lei stessa non ricordava (o non voleva ricordare) di avere.
La storia vira ben presto tutta su se stessa, e vola verso un finale sorprendente.

Bello, avvincente e ben strutturato; le narrazioni paesaggistiche, in particolare quelle marocchine, fanno immaginare di essere davvero presenti in quei luoghi.
Insomma: un buon libro d'esordio. Lo consiglio.

mercoledì 25 maggio 2011

Storiella di una coppia anziana

Un'anziana coppia acquista una casetta in un paesino tranquillo, in cui trascorrere gli ultimi anni.
Dopo qualche mese il marito incontra il sindaco del villaggio, che gli chiede:
- Allora, come va? Non vi annoiate troppo, spero. Come passate le vostre giornate?
L'anziano, guardando verso i campi, sorride e risponde:
- Alle 7 sveglia: attività sessuale. Colazione, nuova attività sessuale, quindi doccia.
Andiamo al mercato, alle 11 rientriamo a casa, attività sessuale, poi preparazione del pranzo.
Aperitivo, pranzo, e attività sessuale al dessert.
Alle 3 faccio una piccola passeggiata con la signora.
Alle 6 siamo di ritorno: attività sessuale, giusto per non perdere l'abitudine.
Alle 7 una cena leggera: minestra, un pezzo di formaggio... e un po' di attività sessuale.
Verso le 8 e 30 nuova attività sessuale mentre laviamo i piatti.
E alle 9 andiamo a letto perchè siamo stanchi...

Il sindaco è stupefatto, e domanda:
- Ma... quanti anni avete?
L'anziano continua a guardare verso i campi, e risponde:
- Io 84, e Margherita 78.
- Ma complimenti! - dice il sindaco - Ma, esattamente, cosa intende per attività sessuale?
L'anziano ruota il capo, e mentre lo guarda negli occhi uno scintillio illumina il suo sguardo. Quindi risponde:
- Mi rompe i coglioni!

lunedì 23 maggio 2011

John Grisham - Io confesso



Grisham non spiega se i fatti da lui narrati sono realmente successi, ma sono di certo verosimili.
Un Pastore trova nella sua chiesa uno squilibrato, che poi scopre essere un ex detenuto e malato terminale.
Il tipo gli confessa allegramente (o quasi) di essere l'autore di un feroce delitto per il quale in un altro stato dell'Unione sta per essere giustiziato un ragazzo (nero) di 19 anni. Ingiustamente.
Keith, il Pastore a cui non è sfuggito che lo psicopatico apprezza in modo morboso la sua giovane consorte, finisce in un guazzabuglio di sentimenti, tra il segreto della confessione ed il desiderio di salvare una vita innocente.
Sarà così coinvolto in una esperienza (salvare il condannato innocente) che segnerà la sua esistenza, da diversi punti di vista.
Il libro ha la struttura di una cronaca, elenca passo passo tutti gli avvenimenti che si susseguono, ed illustra molto bene come viene trattato il concetto di 'Pena di morte' nel Texas.
Però a me è sembrato più un trattato sulla pena di morte, in tutti i suoi aspetti più o meno deteriori, piuttosto che un legal thriller.
La souspance è pressochè azzerata, e la fine dello scritto è stato raggiunto dal lettore più per buona volontà che per desiderio di sapere come sarebbe andata a finire.
Tutto molto realistico, anzi, forse un po' troppo reale, ed ordinario.
E, se devo dirla tutta, anche un po' monotono.

venerdì 6 maggio 2011

Festa della mamma: faranno un nuovo reality, le prime indiscrezioni.

Proprio nel giorno della festa della mamma, si vocifera di un nuovo reality in fase di programmazione. Queste le prime indiscrezioni sul 'format':
Sei uomini sposati saranno bloccati su un'isola con una macchina e tre bambini ciascuno per 6 settimane.
Ogni bambino farà due sport e frequenterà lezioni di musica o danza.
Non è disponibile il fast food.
Ogni uomo deve occuparsi dei suoi tre figli, avere la casa pulita, aiutare i bambini con i compiti ed i lavoretti della scuola.
Cucinare, lavare e pagare un elenco delle fatture (false), con una quantità di soldi insufficiente. Devono inoltre assicurarsi di avere il denaro per i pasti di ogni settimana.
Ogni uomo deve ricordare i compleanni di tutti gli amici e famiglia e chiamare anche il giorno esatto.
Inoltre, deve portare ogni bambino a una visita dal medico, dal dentista e dal parrucchiere per un taglio di capelli.
Deve anche preparare tramezzini, panini e torte per la festa di compleanno.
Deve cucire un costume di fiore o di frutta per ogni bambino.
Ogni uomo è responsabile della decorazione della casa, di mettere un vaso con i fiori e tenere in ordine tutto in ogni momento.
I partecipanti hanno accesso solo alla televisione quando i bambini dormono e tutti i lavori sono fatti; anche allora, è possibile che il telecomando sia controllato da qualcun altro.
Gli uomini devono radersi le gambe, truccarsi ogni giorno, ornarsi con i gioielli, indossare scarpe scomode, ma eleganti, tenere le unghie dipinte e le sopracciglia perfettamente depilate.
Durante una delle sei settimane, gli uomini soffriranno di crampi addominali e mal di schiena, e inspiegabili cambi di umore, ma non possono lamentarsi o rallentare la loro attività.
Essi devono partecipare alle riunioni della scuola e del condominio e trovare il tempo almeno una volta alla settimana per andare un pomeriggio al parco.
Devono leggere un libro ai bambini ogni sera e la mattina preparare la colazione, vestirli, ricordargli di lavare i denti e pettinarli tutto prima dalle 8:00.
Si farà un test alla fine e ogni genitore deve ricordare tutte queste informazioni: compleanno, altezza, peso, taglia, numero di scarpe, nome del pediatra, lunghezza e peso alla nascita, tempo che è durato il parto, colore preferito di ogni bambino, cibo preferito, canzone preferita, bevanda preferita, giocattolo preferito, la più grande paura e quello che vogliono essere da grandi.
Tutto questo deve essere fatto mentre si lavora a tempo pieno (preferibilmente) o part time per contribuire al reddito familiare.

I bambini voteranno chi deve lasciare l'isola in base al suo comportamento ...
L'ultimo uomo vince solo se .... ha ancora abbastanza energia per fare sesso con sua moglie, durante una pausa pubblicitaria...

Se un uomo vince, può continuare il gioco finché vince; dopo circa 18-25 anni finalmente conquista il diritto a essere chiamato "MAMMA".
(Grazie a Carla, che me l'ha inviata)

martedì 26 aprile 2011

Apologia di un foglio bianco

Poco meno di due mesi fa ho fatto (e perso) una scommessa con una Amica. Il pegno previsto era un componimento a tema scelto dal vincitore; quando chiesi il pegno che avrei dovuto pagare, mi recapitò questa mail:

Soggetto: Apologia di una pagina bianca scritta in forma di elegia,
dedicata ad uno scrittore che si sente un poeta mancato

Motivazione: Non essendoci argomenti sui quali a priori penso tu non
possa scrivere, l'unica difficoltà poteva essere rappresentata dallo
stile... Dalla prosa alla poesia!
La ricevetti mentre ero alla guida della mia auto, e mi dovetti fermare per leggere e ben comprendere il senso del guaio che mi era appena accaduto.

venerdì 22 aprile 2011

Daniela Lovati - Teddy bear



Racconto più che romanzo, stante le sue 60 pagine, ma comunque fatica d'esordio per Daniela Lovati.
Ammetto che la conoscenza di famiglia verso l'autrice mi ha spinto a leggere un libro che dal titolo mi pareva fosse rivolto ad un pubblico più giovane.
Un bambino di cinque anni, ma già particolarmente maturo (nel senso di eccezionalmente equilibrato per l'età) riceve in dono un orsacchiotto viola, con le zampe e le orecchie lilla. Dato che lo desiderava immensamente, diviene il suo migliore amico e confidente.
Iniziata la scuola elementare, il bimbetto resta vittima di uno scherzo da bulletti, allorchè tre ragazzini di prima media gli sottraggono l'amichetto peloso, e lo ricattano a suon di merendine e soldini.
La vicenda offre il destro all'autrice per puntualizzare alcuni capisaldi educativi sia genitoriali, sia anche del mondo dell'insegnamento, che non possono che essere condivisi.
Prosa scorrevole e chiara, come se ne vedono poche ormai, concetti espressi a volte mediante le tecniche di coaching e di autoapprendimento guidato.
Un libro bello, che ti lascia, nelle sue poche pagine, molti spunti di riflessione, al di là della storia che ne è solo il tramite.


martedì 19 aprile 2011

Thinking about: L'opportunità nascosta al di là del mare.

Aprile 2011 - L'opportunità nascosta al di là del mare.

Le popolazioni del Nord Africa in questi giorni si stanno ribellando ai loro governanti. E' una vicenda che tocca marginalmente noi europei...
O almeno così crediamo vedendo gli approcci che hanno al problema i governi dell'Europa Unita: chi se ne preoccupa (Italia, Grecia..) lo fa pensando ai danni che un possibile flusso migratorio può provocare al loro territorio; chi non vuole sentirne parlare (Belgio, Germania...) lo fa pensando che il problema sia solo di quegli stati che i migranti li dovranno ricevere; e chi infine ne parla in chiave di bombardieri e lanciamissili (Francia, Inghilterra...) è perchè risulta interessato al valore economico dell'evento bellico, il quale provocherà un cambiamento, se non proprio della musica politica di queste zone, almeno nei relativi suonatori, che si suppone saranno 'riconoscenti' verso le nazioni 'amiche', offrendo a queste 'opportunità' economiche (leggi contratti per l'estrazione di petrolio e gas naturale).
Guardando i notiziari in queste sere, nei filmati vediamo queste popolazioni nordafricane, arabe, in un modo molto diverso dallo stereotipo a cui da sempre siamo abituati, e ciò mi fa specie. La tv satellitare ci mostra scene di guerriglia urbana: però non sono più popolate da poveracci bendati con pezze luride che macellano altri poveracci con le stesse guisa in nome di un satrapo locale, o tutt'al più di un Dio medioevale, bensì uomini (e - udite udite - anche donne) spesso ben vestiti, probabilmente con una preparazione culturale media superiore a quella di tanti irregolari che si trascinano per le nostre piazze, e con redditi dignitosi, i quali chiedono (spesso parlando un italiano accettabile, ma quasi sempre un inglese o un francese più che buono) libertà "politiche".
Ci stiamo accorgendo che l'era dell'arabo = uomo-del-cammello sta volgendo al termine, e con lui probabilmente stanno tramontando anche molte delle caratteristiche sociali, degli usi e costumi, delle differenze culturali che hanno reso difficile, anche in tempi recenti, la nostra convivenza con questi popoli.
Poi torni a soffermarti sui singoli avvenimenti di cronaca, torni ai morti ammazzati ed alle cariche della polizia contro i manifestanti (d'un tratto li scopri tutt'altro che pacifici ed inermi) e inevitabilmente si affaccia al nostro cervello l'italianissima chiave andreottiana per la lettura degli eventi: ma chi c'è dietro tutti questi fatti?
La paura immediata, il nostro fantasma irrisolto dell'undici settembre, suggerisce immediatamente che il vento di rivolta sia soffiato direttamente dalla bocca (e dalle tasche) dell'inafferrabile Bin Laden, con la sua organizzazione Al Qaida.
E d'altronde: dove imperversa di più questa rivolta?
In Egitto, paese storicamente 'amico' dell'occidente, anche perchè è più interessato a far visitare le sue località turistiche che non a vendere il suo petrolio: gli 'infedeli' devono potersi fidare degli Egiziani, altrimenti non verranno a vedere le piramidi o a nuotare nel mar rosso.
In Tunisia e (parzialmente) in Algeria: paesi storicamente moderati, con una lunga esperienza di dominazione francese alle spalle, ed una cultura occidentale già in parte sdoganata tra gli abitanti, che infatti non sono così integralisti come in altri luoghi arabi.
In Libia: altro paese 'moderato'... Vedo già le facce a punto di domanda: moderato? Nel senso che pur nell'anormalità dei comportamenti del suo leader, Gheddafi non era esattamente allineato alle posizioni politiche e religiose desiderate dall'Osama più importante (l'altro, che per la verità si chiama 'Obama', quanto a popolarità e ad importanza mi sembra in netto declino...): il satrapuccio libico in effetti faceva un po' quel che gli pareva a casa sua (Haarem e Bunga-Bunga inclusi) ma alla fine garantiva - al di là delle turbolenze verbali, ricorrenti e con studiata cadenza periodica - una stabilità di rapporti anche economici nella regione. 'Stabilità' per essere un Arabo nell'accezione europea del termine, ovviamente.
E potremmo continuare: in Siria, in Barein, in Oman...
Insomma l'idea che 'dietro' a queste sommosse militar-intellettuali ci siano gli interessi di Al Qaida ci ha sfiorato ben più che qualche volta.
Invece i governanti europei, loro che sono ben informati, ci rassicurano: sì, in effetti abbiamo notizia di qualche terrorista infiltrato tra i manifestanti, ma sono frange minoritarie, che tuttalpiù appoggiano questo grande movimento pacifico di rivolta verso i dittatori di sempre ed alla ricerca di libertà inalienabili. E continuano: dobbiamo salutare come benvenuta questa eccezionale onda di sollevamento popolare verso una presa di coscienza collettiva finalmente anche in quest'area, dove intere popolazioni stanno combattendo per la libertà e per il futuro.
Il fatto che il petrolio (ed il gas) e lo sbocco regionale sul mare non siano mai citati in questi discorsi avvalorerebbe la tesi che sia questa la vera motivazione della pulsione libertaria dei popoli nordafricani (oltre a spiegare l'ansia che hanno Francesi, Inglesi ed Americani di dare una dura lezione alla Gheddafi & figli...), ma lasciamo correre.
Come dovremmo lasciar correre sul fatto che magari c'è anche della gente, una parte di queste popolazioni, che questo cambiamento non lo desidera, e noi glielo stiamo democraticamente imponendo con i cacciabombardieri... ma tant'è: questo non è l'Afghanistan, o l'Iraq. E Obama - pur emulando in tutto (risoluzioni ONU incluse) George il giovane - in questo caso sta operando benissimo, con piena ragione...
Ma al di là dei giacimenti di gas, di Al Qaida, dei tiranni nepotisti, del petrolio, dei guerrafondai, una cosa resta: questi popoli stanno davvero sacrificando vite, spesso giovani vite, di uomini e di donne, per un valore. Confuso e sbiadito finchè si vuole, ma pur sempre valore è: la libertà. E con questa il progresso.
Ed allora, se - malgrado tutto quello che abbiamo detto prima - fossimo davvero sull'orlo di un cambiamento epocale nell'area?
Se davvero fosse giunto il momento in cui il Nordafrica si libera dalle pesanti sovrastrutture medioevali in cui è imprigionato da secoli, e si affaccia al convivio del mondo contemporaneo, non proprio libero, ma sicuramente sviluppato?
Al solo pensiero mi manca il fiato!
C'è nel NordAfrica una intera area geografica contigua, accomunata da lingua e religione sostanzialmente comuni (che significa una coesione di
fondo che la nostra Europa Unita manco lontanamente può sognarsi), che adesso è carente di tutto, che ha spazi e manodopera in sovrannumero, che ha risorse naturali stupefacenti, la quale d'un tratto potrebbe decidere che è ora di svegliarsi, di entrare nella lotta economica, di prendersi il posto nel mondo che a loro spetta di diritto.


Milioni di cittadini originari in quest'area sono oggi diasporati in tutta la vecchia Europa, ne conoscono le lingue, i costumi ed i segreti, anche produttivi; ma ne conoscono anche i limiti, politici e caratteriali. Tutti questi ingredienti possono generare un mix detonante, e spingere tutta l'Africa sopra il Sahara verso un boom economico pari almeno a quello dell'odierna India.
Potremmo essere di fronte ad un inizio: l'inizio di un periodo di sviluppo perentorio e vorace, in cui il motore trainante diventa l'Africa mediterranea, in stretta competizione con i giganti gialli e indù.
E dopo il declino economico dei paesi del Blocco Ex Sovietico, potremmo assistere al declino economico del Vecchio Mondo, svogliato ed (ex-)opulento, con il relativo spostamento del baricentro economico regionale, che si allontanerà dall'asse Bonn-Parigi, riposizionandosi sulle sponde meridionali del mare nostrum.
Se si tratta di un sommovimento epocale, ben poco potremo fare noi per contrastarlo, fosse solo per rallentarne la corsa. Ci vorranno una decina d'anni, ma succederà. I nostri politici italioti non riusciranno a organizzare nulla per impedirlo: ma anche se alzassimo gli occhi al di sopra del nostro orticello fatto di processi brevi, calciatori beoti e spogliarelliste dedite al lavoro più vecchio (e redditizio) del mondo, e provassimo a guardare all'Europa quale baluardo di secolari privilegi economici e di pregressi dominii culturali... non ci resterebbe che lasciar cadere a terra le nostre braccia (e non solo quelle, temo): nessuno farà nulla, paralizzati come tutti siamo nel timore di avvantaggiare un altro staterello membro a discapito del nostro.
Eppure c'è una opportunità nascosta in questo scenario: se il baricentro economico dell'area si sposterà, se davvero si posizionerà nelle acque più calde sotto la Sicilia (ma anche sotto il Peloponneso, o sotto Gibilterra), l'importanza strategica appunto della nostra Sicilia (e di tutta la penisola Italiana, partendo dal profondo sud per risalire via via verso il centro lo Stivale) aumenterebbe enormemente.
Merci e persone, flussi economici e migratori percorrerebbero le antiche vie, ma in senso inverso: passando attraverso l'Italia, le popolazioni europee raggiungeranno Lampedusa, che diventerebbe la porta di ingresso verso il benessere... ma stavolta il paese di Bengodi tornerebbe a situarsi al di là del mare. E l'Italia potrebbe in un futuro non così lontano rappresentare di nuovo la cerniera di congiunzione tra mondo ricco e mondo povero: solo che allora saranno i 'visi pallidi', noi europei, a cercare di trasferirsi in NordAfrica, nella Repubblica della Mezzaluna d'Oro.
Aspettando il nuovo flusso di 'bianchi sbiaditi' verso le terre del sole, servirebbe che la nostra prossima Classe Politica (il maiuscolo è una forma di rispetto per quella che verrà, poichè non è applicabile a quella odierna), archiviato il periodo Ruby-Rubacuori, iniziasse a pensare a come cavalcare questa opportunità: la nostra penisola sembra posizionata appositamente per fungere da 'ponte' tra le due aree, e se sapranno investire in infrastrutture per potenziarle adeguatamente, se sapranno investire in formazione dei nostri giovani, non più costretti per una volta a risalire lo stivale per tentare di migliorare il loro status, forse il nostro Sud dimenticato e penalizzato potrà trasformarsi da Periferia dell'Impero a cuore del Nuovo Mediterraneo.
Dobbiamo però sbrigarci, perchè di Sicilia ce n'è solamente una, ed il suo ruolo sarà talmente importante che se non ci investiamo in fretta andrà a finire che i Siciliani reclameranno di poter vivere la loro opportunità e, come i nostri leghisti continuano a suggerire, opteranno per la scissione dall'Italietta per fare finalmente da soli...
O magari (parafrasando una barzelletta nordista) si faranno invadere dalla Tunisia, per poi essere annessi a pieno titolo alla costituenda Repubblica della Mezzaluna d'Oro.

giovedì 14 aprile 2011

Michael Connelly - La lista


Ultima fatica tradotta di Connelly.
Il celebre giallista statunitense racconta una vicenda di legal-thrilling, facendo agire un suo vecchio personaggio, l'avvocato difensore Mickey Haller, ed al suo fianco - anche se lungo parabole che non si intrecciano quasi mai - il suo investigatore preferito, Harry Bosch.
Haller sta uscendo da un periodo di disintossicazione, dopo aver distrutto buona parte della sua vita, e mentre cerca di ritornare a praticare l'arte forense, si ritrova sommerso da un grosso gruppo di pratiche, a lui riassegnate dal tribunale dopo la morte violenta del precedente titolare, l'avvocato Vincent.
Mentre se ne prende carico, Mickey scorre la lista dei clienti acquisiti, e scopre di avere un pozzo d'oro: il big boss di una casa produttrice emergente a Hollywod è sotto processo perchè accusato di aver ucciso moglie e relativo amante.
E la parcella viaggia a cinque zeri...
Haller ci si butta, ma ben presto scopre che non tutto è rose e dollaroni; tra l'altro l'assassino di Vincent pare essere interessato anche a lui.
Arriva così a stringere un accordo con il Detective Bosch, perchè lo protegga smascherando chi ha ucciso il suo predecessore.
Un Connelly molto scorrevole come sempre: stavolta ha usato uno stile molto 'Grisham-iano', devo dire con piena soddisfazione del lettore.
Dopo la primissima parte, investigativa, il racconto prende il volo, attanagliandoti alle pagine fino alla fine.
Bello.

giovedì 7 aprile 2011

Storiella di marketing

Un giorno, un non vedente era seduto sul gradino di un marciapiede con un cappello ai suoi piedi e un pezzo di cartone con su scritto: 
«Sono cieco, aiutatemi per favore» 
Un pubblicitario che passava di lì si fermò e notò che vi erano solo alcuni centesimi nel cappello. 
Si chinò e versò della moneta, poi, senza chiedere il permesso al cieco, prese il cartone, lo girò e vi scrisse sopra un'altra frase. 
Al pomeriggio, il pubblicitario ripassò dal cieco e notò che il suo cappello era pieno di monete e di banconote. Il non vedente riconobbe il 
passo dell'uomo e gli domandò se era stato lui che aveva scritto sul suo pezzo di cartone e soprattutto che cosa vi avesse annotato.   
Il pubblicitario rispose: 
"Nulla che non sia vero, ho solamente riscritto la tua frase in un altro modo"
Sorrise e se ne andò.   
Il non vedente non seppe mai che sul suo pezzo di cartone vi era scritto:
"Oggi è primavera e io non posso vederla". 

Morale: Quando le cose non vanno come vorresti cambia la tua strategia e vedrai che poi andrà meglio. 

giovedì 24 marzo 2011

Nucleare sì, nucleare no, nucleare mah...

Thinking about: liberamente tradotto in riflettendo. L'idea è di fare qualche riflessione (semi?)seria su di un tema preponderante nel mese. E di provare a raggiungere una mia posizione ragionata. Da condividere o da criticare. O semplicemente da riprendere da parte mia ancora tra qualche tempo, magari per cambiarla ancora un'altra volta. Se ne avrò la forza, potrebbe anche diventare una rubrica periodica... vedremo.

Marzo 2011 - Nucleare sì, nucleare no, nucleare mah...

Dopo il disastroso terremoto in Giappone, seguito da relativa tsunami, è di nuovo balzata alla ribalta la questione 'centrali nucleari'.
Ad oggi non si sa ancora se la centrale giapponese di Fukushima subirà danni tali da trasformare quell'area in una nuova Chernobyl, ma di certo il mondo è in apprensione di fronte a ciò che le agenzie mondiali di informazione ci stanno raccontando.
Anche noi in Italia, nel nostro "piccolo" (e lo dico con malcelata disillusione, ed una vena di tristezza), ci stiamo confrontando con questo pericolo incombente. Ma non tanto perchè noi se ne possa essere in qualche modo investiti: una nube tossica radioattiva in Giappone difficilmente raggiungerà il Belpaese in festa per l'Unità d'Italia. Il problema italiano è tutto... italiano, e riguarda la scelta del nucleare come possibile fonte di energia.
Bisogna ricordare che nel nostro Paese nel 1987 si è tenuto un referendum abrogativo, che di fatto ha impedito che le centrali nucleari proliferassero sul nostro territorio. Le poch(issim)e centrali nucleari già in funzione rimasero tali, o piano piano sono state smantellate, mentre di nuove non se ne fecero più.
Le motivazioni politiche che spinsero la popolazione ad esprimersi in questo modo erano legate al possibile rischio connesso con la gestione di un impianto di questo genere. E come biasimarli? Non riusciamo ancora oggi a gestire la spazzatura di una regione come la Campania, non sappiamo neppure oggi governare la spesa sanitaria di regioni come il Lazio o la Sicilia, e allora non si riusciva nemmeno a organizzare un trasporto ferroviario in orario, o un servizio postale adeguato: figuriamoci come avremmo potuto affrontare la gestione di una centrale nucleare...
Così noi italiani scegliemmo di dire NO al nucleare: felici come pasque per la grande vittoria referendaria  contro l'immane pericolo, certi che un maggiore prezzo da pagare per l'energia elettrica importata fosse ben poca cosa rispetto alla tranquillità di non avere una bomba atomica sotto i piedi.
Poi scoprimmo con un certo disappunto che in realtà non eravamo così protetti dalla nostra scelta: tutti gli stati con noi confinanti avevano impiantato delle centrali nucleari sul loro territorio, ma a pochi passi dal comune confine. In caso di disastro, questi Stati non sarebbero stati assolutamente in grado di contenere radiazioni e nubi tossiche entro i loro confini nazionali, non avendo loro purtroppo un controllo completo sull'aria, che inspiegabilmente se ne passava di qua e di là dalle frontiere senza chiedere permessi ad alcunchè, cioè già applicando massivamente uno Schengen ante litteram.
Allora ne fummo un po' infastiditi, da una parte perchè nessuno ce l'aveva detto (forse nemmeno nessuno dei nostri politici l'aveva pensato?), dall'altra perchè non potevamo incolpare nessuno della scelta da noi fatta.
Ma tant'è, in quei tempi non c'era ancora l'Europa Unita (hahahahaha!), nella quale poter armonizzare politiche di simile impatto sulle popolazioni e sul territorio (uhahahahaha!!!), e l'italianità si è trovata cornuta (un po') e mazziata (un altro po') senza poter fare nulla per migliorare la situazione: ecco che allora la nostra soluzione fu quella di... dimenticare il problema, fiduciosi nello stellone nazionale.
Arrivò poi il momento del grande black-out: l'Italia dei condizionatori dappertutto si risvegliò improvvisamente povera di energia elettrica, affamata di megawatt, che scoprì di dover comprare all'estero a prezzi superiori a quelli che avrebbe pagato se invece se la fosse prodotta da sola. Non una parola in questo frangente è stata spesa dai soliti organi di informazione italioti sui vari comitati di controllo dell'energia elettrica nazionale, che avrebbero dovuto stimare in anticipo l'aumento dei fabbisogni nazionali con il variare dei tempi e delle esigenze della popolazione, e farne una adeguata pianificazione, ma tant'è: questa nostra è la nazione dello stupore e dell'impreparazione davanti ad una nevicata abbondante in pieno inverno, per cui...
Così si fanno due conti, e si scopre che in effetti se realizzassimo delle centrali nucleari anche nel nostro territorio potremmo guadagnarci qualcosa (questa frase sarà intesa in un modo dai 'mundi' di latina memoria ed in un altro da quelli più 'smaliziati'. Tranquilli: entrambi i significati sono giusti e voluti).
Così si riparte con un percorso che porta al (possibile) nucleare italiano: attivisti no-nukes di vecchia scuola continuano a invocare tregende a sostegno del loro NO, esperti tecnologici ci spiegano che le centrali di quarta generazione (che nessuno ancora realizza perchè sembrano essere troppo care) sono sicurissime, Enel (poco disinteressata, diciamolo pure) ci informa di possedere il know-how necessario perchè già realizza tali impianti all'estero, e la nostra Opposizione dice come al solito esattamente l'opposto del Governo, ma usando le stesse motivazioni (cioè nessuna voce tecnica e molte populiste).
E noi italiani restiamo qui, con la bandierina tricolore dei 150 anni in mano da sventolare, senza capire cosa davvero potrebbe succederci, cosa davvero dovremmo fare, cosa dovremmo scegliere, al di là delle sensazioni di 'pancia'.
Tralascio il fatto che magari anche questa nostra ignoranza conclamata è l'ennesima figuraccia che facciamo noi abitanti del Belpaese nei confronti del resto del mondo, al pari della notizia delle scopate del nostro Premier, che invero paiono interessarci molto di più...
Vediamo però di chiarirci un po' le idee.
Il dato PRO è che senza nucleare siamo dipendenti dalle fonti 'fossili' e non rinnovabili, ed anche soggetti alla fornitura/produzione altrui.
Taluni osservano che potremmo avviare una grande politica di realizzazione di fonti energetiche rinnovabili, come l'eolica, la fotovoltaica, l'idroelettica... Peccato che in un Paese in cui non si riesce a definire come poter ubicare dei termovalorizzatori per risolvere il problema dei rifiuti, la posa in opera di grandi impianti fotovoltaici o eolici cozza inevitabilmente con il diritto del singolo cittadino al "panorama incontaminato"; con immediata formazione di comitati di quartiere, di paese o almeno di frazione, ed altrettanto immediata corsa al TAR più contiguo.
Altri sostengono che, visto che tanto siamo soggetti a possibili disastri eco-ambientali legati alla presenza di centrali nucleari a pochi passi dal nostro confine (Chernobyl ci ha distrutto ogni illusione di inviolabilità in materia), tanto vale impiantarne anche noi e goderne dei benefici. Peccato che sia capitato questo maledetto terremoto giapponese a sconquassarci le nostre fragili certezze.
E allora? Senza il nucleare non possiamo alla lunga soddisfare il nostro fabbisogno energetico, ma con il nucleare non abbiamo standard di sicurezza accettabili (senza contare che nessuno tra noi vorrà mai veder impiantata una centrale nucleare neppure a poche... centinaia di chilometri da casa!). 
Insomma: che fare? Nucleare sì, nucleare no.
Io sono stato un nuclearista convinto, ma oggi, malgrado l'aumentato fabbisogno italiano, non sono più tanto convinto...
Ecco: Fabbisogno! Forse la soluzione potrebbe risiedere proprio in questo vocabolo.
Invece di incrementare la produzione di Energia, potremmo investire sul risparmio della stessa, sulla riduzione degli sprechi involontari, sulla realizzazione di apparati ed impianti di recupero di quella dispersa per eccesso.
Forse invece di parlare tanto di nuove centrali, dovremmo approfondire i concetti di cogenerazione, di recupero, di efficienza energetica, di educazione al consumo sostenibile.
Riduciamo il nostro fabbisogno, recuperiamo l'energia che per errore di utilizzo, o per mancata attenzione nella progettazione degli impianti, va dispersa e/o sprecata.
E ripensiamo al nucleare quando gli uomini sapranno possedere la materia con più sicurezza.
Quindi: Nucleare? 
Poi. (forse, o magari)

lunedì 14 marzo 2011

Brunonia Barry - La ragazza che rubava le stelle



Libro consigliato da una Amica, a cui sono grato.
Zee è una ragazza cresciuta in fretta, a fianco di Maureen, una madre con gravi problemi psichiatrici, ed a Finch, un padre affettuoso ma con altre particolarità.
Il rapporto tra i genitori, anche se tra loro c'è un indubbio affetto, non può decollare, e frequenti sono i periodi in cui la ragazzina vive sola con la mamma, o sola con il papà.
Poi la mamma si suicida, e l'evento travolge la tredicenne, minando il suo mondo.
Così la ragazza di una volta si scopre oggi psicoterapeuta di livello, inserita in uno studio affermato a Boston.
Ma tra le sue pazienti arriva Lilly, donna disturbata anche se dolcissima, il cui vissuto assomiglia molto a quello di Maureen: inevitabile il coinvolgimento emotivo della psicoterapeuta ex figlia nella vicenda, che tende pian piano a sovrapporre le due vicende.
Sullo sfondo la grave malattia del padre e l'esigenza di fornirgli cure appropriate riporta Zee a Salem, la sua città natale, ma anche il luogo dove tutto era cominciato.
Ed infatti tutto... in qualche modo... ricomincia.
Romanzo bellissimo, pieno di momenti dolci e di attimi di tensione.
Consigliato, consigliatissimo.

martedì 1 marzo 2011

David Leavitt - Ballo di Famiglia

Stranissima raccolta di novelle, consigliatami da un amico.
Non ce ne è una che non parli di malattie di cancro, o di amori omosessuali. E spesso anche di entrambi.
Poi, finito di leggere, mi documento un po' più su questo Leavitt, e....
Scopro che è una icona:
Leavitt è anche uno scrittore dichiaratamente gay che ha affrontato ripetutamente la tematica omosessuale nei suoi romanzi, dichiarando: "Ho scritto quello che avrei voluto leggere quando ero adolescente, ma che nessun libro raccontava".
 (wikypedia http://it.wikipedia.org/wiki/David_Leavitt)

In effetti i racconti sono vergati più che scritti, ed i temi molto sconcertanti, anche se trattati con una leggerezza di penna davvero invidiabile.
Sì, mi è piaciuto.

sabato 26 febbraio 2011

Gioele Dix - Si vede che era destino

Quando un comico, a furia di scriversi i testi, finisce per scrivere un... testo.
Vai in libreria, vedi il nome in copertina, ed immagini di acquistare un volume intero di monologhi graffianti e sganassevoli, cosi' come la stella di Zelig ci ha abituato dal piccolo schermo, occhieggiando da dietro gli immancabili occhiali scuri.
Michele è uno scrittore che, alla vigilia del suo 40^ compleanno, decide di dare una festa. Mentre tu ti leggi il testo di Gioele Dix cercando di riprodurre il suo caratteristico modo di appoggiare gli accenti, scopri che non è proprio il monologo divertente che avevi immaginato. Michele infatti decide di invitare a questa strana festa tutte (tutte!) le sue fidanzate, da quella delle elementari all'ultima in ordine di tempo, lasciata subito prima di un (poco probabile) matrimonio.
Nasce un lavorio di recupero delle informazioni e di rintraccio dei contatti di tutte queste persone, che a conti finiti saranno 23 (ah, pero': qui scatta il confronto! Le mie quante sono state?...).
Per recuperare le più lontane nel tempo si utilizza il grande amico di Michele, dongiovanni impenitente benche' sposato, ed affermato manager internazionale, capace (ovviamente) di reperire qualsivoglia informazione, o almeni quasi.
E ad ogni ex fidanzata viene dedicato un capitolo: come ci si è conosciuti, quanto lei fosse brava/bella/sexy, come lui fosse innamorato/arrapato/abile-a-letto con lei, che tipo di sesso si praticasse con quella, ed infine come la storia sia finita..
E qui Michele/Gioele sciorina tutte le tipologie erotiche tipiche del maschio italiano: la rossa, la tutta-bionda-anche-li', la donna matura con lui ragazzino, la studentessa che ha il fidanzato lontano, la straniera disinibita, la ninfomane, la prostituta che con lui lo fa per vero amore prima di andare al lavoro, la sovrappeso ma tremendamente sexy, la ragazza madre, l'esperta di soli fellatio in autostrada, la futura sposa poco prima di salire sull'altare (e subito dopo), la donna in carriera, l'amica d'infanzia che ti esplode straf... sotto gli occhi tuoi distratti, e cosi per totali 23 casi speciali. Tutte fidanzate con lui, ovviamente.
Si dira': esigenze di narrazione. Chi si leggerebbe la storia di 4 o 5 ragazze della porta accanto?
Eh gia': ecco perche' mi ha ricordato tanto la tv.
Fiction.

martedì 22 febbraio 2011

Uomini....

Sandra Bonzi per la cronaca è la moglie di Bisio
SANDRA BONZI
Pur rendendomi conto che nel trionfo di Pm10, benzene, ossidi di azoto e monossido di carbonio nei quali siamo immersi l'idea stessa di prevenzione sia abbastanza ridicola, io non mi arrendo e mi ostino a provarci. Ma nonostante chili di arance e kiwi, litri di centrifughe carote, mele e zenzero, bustine di papaya liofilizzata, pasticche di Echinacea, impacchi di pompelmo rosa e olii essenziali bruciati in casa come se fossimo in un tempio buddista, l'influenza è arrivata. L'IMPORTANTE è che non colpisca mio marito. Perché io posso reggere tutto - le barzellette del premier, il filo interdentale della Minetti e perfino la contemporaneità tra l'ennesima ondata di pidocchi a scuola e la lavatrice rotta - ma non mio marito che con un raffreddore si trasforma in una noiosissima lagna. Essendo dotata - come tutte le donne - di una salute di ferro, sono sempre stata io ad accudire i miei in tutti i malanni possibili. Ho fatto brodini e passati di verdure, spremute, spugnature, misurato febbri, letto storie, distribuito medicinali.

Ma quest'anno l'influenza ha colpito anche me. Per essere più precisi ha steso l'intera famiglia a eccezione di mio marito. Un nosocomio. «Non preoccuparti amore - ha dichiarato lui, orgoglioso di poter finalmente dare un senso al suo inespresso ruolo di capobranco - Adesso c'è papi che si occupa di tutto». Sono stramazzata. Ci sono parole che non posso più sentire senza un brivido lungo la schiena. Ma con 40 di febbre, mi sono fidata e mi sono addormentata. Poco dopo, mi ha svegliata. «Scusa amore - ha sussurrato - vorrei farti una spremuta, ma dov'è lo spremiagrumi? E soprattutto dove sono le arance?». Ho grugnito e sono risprofondata nelle tenebre, dalle quali mi sono sentita strappare presto. Non era la spremuta, bensì Federico che con gli occhi lucidi e il corpo-stufetta mi chiedeva aiuto.

«Ma dov'è papà?». «Sta cercando lo spremiagrumi». Accolto il figlio maschio nel lettone, siamo svenuti assieme stremati dalla febbre sempre più alta. Dopo poco, il respiro affannoso di Alice mi ha svegliata. «Mamma mi fa malissimo la gola, ho bisogno di bere». «Ma il papà dov'è?». «Sta cercando le arance». Con questi ritmi sospetto che anche la Fiom l'avrebbe già licenziato. Fatto posto nel lettone anche alla ragazza, mi sono riaddormentata, ma dopo qualche minuto una mano mi scuoteva. Era lui, il pater familias, il capobranco che, pallido come un lenzuolo, mi implorava di portarlo al pronto soccorso: «Mi sono tagliato l'indice». Sono certa che dopo aver creato l'uomo, Dio abbia sospirato: «Posso fare di meglio...»

La Repubblica - Milano

02/02/2011

sabato 5 febbraio 2011

Tutto quello che deve sapere un gatto

Questo vademecum è stato pubblicato su facebook, tra le note di MondoGatto
(http://www.facebook.com/home.php#!/note.php?note_id=180567328632676&id=112464438768722)

Tutto quello che deve sapere un gatto

Porte
Mai permettere la presenza di porte chiuse in qualunque stanza. Per aprire una porta reggiti in piedi sulle zampe posteriori a inizia a picchiare e grattare con quelle anteriori. Una volta che la porta è aperta non è obbligatorio utilizzarla. Se la porta che hai ordinato di aprire è una porta esterna, resta fermo sulla soglia metà fuori e metà dentro con atteggiamento pensieroso. Questo è importantissimo soprattutto nei periodi freddi, se piove o nevica e nella stagione delle zanzare. Porticine basculanti sono assolutamente da evitare ad ogni costo.

Sedie e tappeti
Quando devi rimettere recati immediatamente su una sedia. Se non puoi raggiungerla in tempo utile, usa un tappeto. Qualora non vi fossero tappeti a disposizione cerca almeno uno stuoino. Rimettendo sopra un tappeto devi arretrare lentamente in modo da lasciare una striscia lunga almeno quanto il piede di un umano.

Bagno
Accompagna sempre gli ospiti al bagno. Non occorre che tu faccia nulla... siediti e fissali!

Intralcio
Quando uno dei tuoi umani è occupato in qualche attività impegnativa e l'altro non lo è, resta con quello indaffarato. Questo è quel che si chiama 'aiutare', altrimenti detto anche 'intralciare'. Queste sono le regole per un corretto 'intralciare':
  • Se stai controllando le attività in cucina accucciati appena dietro il tallone sinistro del cuoco. In quella posizione non potrai essere visto ed avrai le maggiori possibilità di essere pestato a quindi subito dopo essere preso in braccio, coccolato e confortato.
  • Se l'umano sta leggendo sali subito sotto il suo mento, tra occhi e libro, a meno che tu non possa sdraiarti direttamente sul libro stesso.
  • Per lavori a maglia o uncinetto e disegni, adagiati proprio sopra il lavoro che viene eseguito in maniera appropriata, ovvero occupandone la maggior quantità possibile o per lo meno la parte più importante. Fingi di sonnecchiare, ma di tanto in tanto tira una zampata alle matite o ai ferri da calza. Chi lavora potrà tentare di distrarti, ma tu ignoralo. Ricorda sempre che l'obiettivo è intralciare il lavoro. I lavori di ricamo e cucito sono perfetti per diventare delle grandiose amache contrariamente a tutto ciò che gli umani potranno dirti.
  • Se vedi persone che stanno facendo i conti (attività mensile) oppure la dichiarazione dei redditi o scrivono auguri di Natale (attività annuali), tieni bene in mente che lo scopo primario è 'intralciare'! Innanzitutto siediti sui fogli con cui l'umano sta lavorando. Quando ti farà sloggiare guardalo con aria afflitta restando sul lato del tavolo. Una volta che l'attività è ripresa a pieno ritmo, sparpaglia tutt'intorno le carte disperdendole nel miglior modo possibile. Dopo che sarai stato spostato per la seconda volta butta giù dal tavolo tutte le penne, matite e gomme che vedi, una alla volta.
  • Quando un umano sta tenendo un giornale aperto di fronte a lui fai in modo di saltare sull'altro lato del giornale: adorano sobbalzare spaventati!
Camminare
Cerca di sfrecciare più spesso che puoi di fronte agli umani, quanto più velocemente e vicino ti è possibile; fallo soprattutto sulle scale, se stanno trasportando qualcosa in braccio, nell'oscurità e non appena si svegliano il mattino. Questo è di grande aiuto alle loro capacità di coordinamento motorio.

Il Sonno
Dormi sempre sopra un umano durante la notte, in modo che questi non possa vagare intorno.
Questa è una parte molto importante della tua vita. Durante il giorno cerca di dormire sempre abbastanza per essere fresco e riposato per i tuoi giochi notturni. Di seguito sono elencati alcuni dei giochi preferiti dai gatti con cui anche tu potrai cimentarti. E' importantissimo comunque mantenere sempre la propria dignità personale in qualsiasi circostanza. Se dovesse capitarti durante il gioco qualche inconveniente, come ad esempio cadere da una sedia, inizia immediatamente a leccarti e pulire una qualsiasi parte del tuo corpo come per dire "Era esattamente quel che volevo fare!". Gli umani ci cascano SEMPRE!

Giochi da gatto
  • Acchiappatopo: gli umani tenteranno di farti credere che quei grumi sotto le coperte sono in realtà le loro mani e piedi. Non è vero: in realtà si tratta di 'Topi Di Letto', di cui si narra siano i più deliziosi e gustosi topi del mondo intero, anche se finora ancora nessun gatto è riuscito a catturarne uno. Le stesse voci dicono anche che solamente gli attacchi più feroci sono in grado di stordirli abbastanza a lungo per darti il tempo di tuffarti sotto le coperte ed andare a prenderli. Coraggio, potresti essere TU il primo gatto ad assaggiare un delizioso 'Topo Di Letto'!
  • Re della collina: questo è un gioco che richiede la presenza almeno di un altro gatto, più gatti ci sono e più è divertente. Uno o entrambi gli umani dormienti saranno la 'Collina 303', che dovrà essere difesa ad ogni costo dagli assalti degli altri gatti. Tutto è permesso. Questo gioco consente lo sviluppo e il perfezionamento di tattiche insolite in quanto si deve anche tenere conto della natura instabile del teatro del combattimento.
  Attenzione: l'eccessivo protrarsi di uno di questi giochi può portare alla espulsione dal letto e talvolta persino dalla stessa stanza. Qualora gli umani si dovessero inquietare inizia immediatamente a fare le fusa e strusciarti su di loro. Questo metodo dovrebbe consentirti di guadagnare abbastanza tempo fin quando non si addormentano di nuovo. Se questo avviene mentre un gatto si trova sopra un umano, quel gatto sarà il vincitore di quella partita di 'Re della collina'.


Giocattoli
Qualsiasi oggetto di piccole dimensioni è un potenziale giocattolo. Se un umano tenta di confiscarlo questo significa che è veramente un bellissimo giocattolo. Corri a portarlo sotto il letto. Dimostrati adeguatamente oltraggiato quando l'umano ti afferra e te lo sottrae e osserva sempre attentamente dove viene riposto in modo da poterlo rubare nuovamente in seguito. Due fonti di giocattoli molto fornite sono gli scaffali e i cestini della spazzatura. Vi sono molti tipi di giocattoli:
  • oggetti luccicanti come chiavi, orecchini o monete, che debbono essere nascosti in modo che altri gatti o gli umani non possano giocare con essi. Solitamente sono adattissimi per giocare a hockey su pavimenti privi di tappeti.
  • oggetti appesi o filiformi, cose tipo lacci da scarpe, cordini, catenine e fili interdentali sono anche loro ottimi giocattoli. Piacciono moltissimo anche agli umani che adorano trascinarseli dietro in giro per casa per consentire al gatto di balzarci sopra.
  • ogni volta che una corda o giocattolo simile viene trascinata sotto un giornale o un tappeto si trasforma magicamente in 'Topo da giornale/Tappeto' e deve essere assolutamente sterminato ad ogni costo. Fai molta attenzione però: gli umani sono subdoli e tenteranno un ogni modo di farti perdere la tua dignità in questa circostanza.
Sacchetti
All'interno dei sacchetti vivono i 'Topi dei sacchetti'. Sono piccoli e si mimetizzano assumendo lo stesso colore del sacchetto, perciò è molto difficile scorgerli. Puoi però sentire facilmente il rumore frusciante che fanno mentre scorazzano dentro il sacchetto. Qualsiasi cosa, anche fare a brandelli il sacchetto, è consentito per sterminare il 'Topo del sacchetto'. Nota bene: ogni gatto sorpreso in un sacchetto mentre sta cacciando i 'Topi del Sacchetto' è una preda valida per un attacco a tradimento, cosa che di solito termina sempre in una grande baraonda!

Cibo
Per poter avere le energie necessarie per dormire, giocare ed intralciare correttamente, un gatto deve nutrirsi. Mangiare tuttavia è solo metà del divertimento, l'altra metà è procurarsi il cibo. I gatti dispongono di due modi per procurarsi il cibo: convinvere un umano che sta per morire di fame e deve essere assolutamente cibato SUBITO oppure andare a caccia e procurarselo da solo. Queste sono le istruzioni necessarie per farsi nutrire.
  • quando gli umani mangiano abbi cura di infilare la punta della tua coda nei loro piatti mentre non guardano.
  • mai mangiare cibo dalla tua ciotola quando puoi rubare qualcosa dal tavolo. Non bere mai la tua acqua se c'è un bicchiere che un umano ha riempito abbastanza perchè tu possa berci dentro.
  • se tu dovessi mai catturare qualcosa per conto tuo fuori di casa, è semplicemente buona educazione tentare di farne prima la conoscenza. Sii molto insistente, di solito il tuo cibo non sarà altrettanto educato e tenterà di andarsene.
  • i rimasugli sul tavolo sono delle leccornie che gli umani sfortunatamente non sono particolarmente inclini a condividere. E' contrario alla dignità di un gatto mendicare il cibo come sono solite fare forme inferiori di vita quali i cani, tuttavia esistono parecchi metodi per accertarsi che gli umani non dimentichino la vostra presenza. Questi metodi comprendono, ma non sono limitati a questo, saltare sul grembo dell'umano più arrendevole e fare le fusa molto forte, sdraiarsi in mezzo alla porta tra cucina e sala da pranzo, fissare direttamente ed intensamente l'umano, attorcigliarsi attorno alle gambe delle persone sedute a tavola che mangiano miagolando ad alta voce.
Dormire
Come detto poc'anzi, per avere abbastanza energie per giocare un gatto deve dormire molto. Di solito non è difficile trovare un posto confortevole in cui acciambellarsi. Qualsiasi posto piaccia ad un umano per sedersi è adatto, in particolare se il suo colore è in forte contrasto con quello della tua pelliccia. Se si trova direttamente esposto ai raggi del sole o in prossimità di un termosifone è ancora più adatto. Ovviamente esistono anche molti posti adatti all'esterno, questi hanno però il grave svantaggio di essere soggetti a cambi di stagione e dipendenti dalle condizioni meteorologiche attuali o precedenti, ad esempio la pioggia. Una finestra aperta rappresenta spesso un compromesso accettabile.

Graffiare
Per un gatto è raccomandabile l'utilizzo per 'farsi le unghie' di qualsiasi posto un umano possa avere messo a sua disposizione. Gli umani però sono molto possessivi e protettivi nei confronti di ciò che ritengono essere di loro proprietà e solleveranno forti obiezioni se ti sorprenderanno mentre ti ci affili sopra le tue unghie. Essere molto circospetti o attendere la loro assenza non serve in quanto sono buoni osservatori. Se sei un gatto che vive all'esterno gli alberi vanno bene. Non è mai il caso invece di farsi le unghie su di un umano.

Umani
Gli umani hanno essenzialmente tre funzioni principali: nutrirci, giocare con noi e coccolarci, pulire le lettiere. E' fondamentale mantenere sempre la propria Dignità quando un umano è nei pressi in modo che non possano mai dimenticare chi è il padrone della casa. Gli umani hanno bisogno di imparare le regole di base, ma possono essere addestrati facilmente se inizi presto e hai molta costanza.

venerdì 14 gennaio 2011

Jeffery Deaver - La figlia sbagliata



Deaver continua a seguire questa nuova ispirazione, che lo avvicina a argomenti più impegnativi che non la classica ricerca del colpevole con il finale più o meno pirotecnico.
Stavolta ci addentriamo nella psiche umana, nelle sue deviazioni più o meno patologiche, e nella paura che queste fanno alla 'gente comune'.
E ci confrontiamo con veri e propri manipolatori di cervelli: i terapeuti possono infatti aiutare i malati a trovare un modo per sopravvivere alla loro condizione, ma possono - nello stesso modo, cioè con la potenza delle parole e della persuasione - indurli a fare cose che loro non farebbero mai da soli...
Già sento i commenti: "Sai che novità".  Sì, ma... Deaver stavolta ipotizza che non sia solo uno strizzacervelli colui che si avvantaggia di questa abilità, ma che lo faccia anche un abile avvocato. Entrambi sono coinvolti in una storia un po' misteriosa, ed entrambi si sfidano in questa singolar tenzone, per avere ciascuno il sopravvento sull'altro. Che significherà vita o morte, a seconda di chi prevarrà.
La gara però non si svolge tra malati cronici, bensì tra persone reputate 'normali', 'a posto'. Ma che proprio normali, a posto, o -men che meno - equilibrate proprio non risulteranno.
Un libro con una tensione piuttosto medio-bassa, che si sviluppa da un'idea ancora una volta buona, ma che non sembra essere nelle corde dell'uomo.
Sufficienza meritata, ma solo poco di più di un sei, visto anche qualche inverosimilità di troppo (vero Josh?).


venerdì 7 gennaio 2011

David Nicholls - Un giorno



Una notte intera è quella che Emma e Dexter passano insieme. Siamo nel 1988 ed i due ragazzi si sono appena laureati, e quella data diventa quella notte per loro 'LA' data. Infatti ogni anno a venire festeggeranno insieme (fisicamente o idealmente, secondo le possibilita') il ricordo di quel momento.
Il romanzo si snoda cosi', nella narrazione di 20 ricorrenze, offrendo all'autore il destro per narrare con dolcezza e disincanto le vite parallele di Em e Dex, con tutte le loro intersezioni, le loro evoluzioni, le loro maturazioni a tempi differenziati.

Non voglio raccontare nulla della vicenda, ma Nicholls non solo mi ha sorpreso, ma anche divertito, commosso, intrigato...
Dolce e un po' amaro. Ma bello.

giovedì 6 gennaio 2011

La befana: un lavoro pesante e sporco...

... ma qualcuno deve pur farlo!
Dopo però, un buon bagno ristoratore è necessario!

sabato 1 gennaio 2011

Niccolo' Ammaniti - Io e Te


Lorenzo, un tredicenne con qualche particolarita' caratteriale di troppo, si inventa una settimana bianca inusuale. Solo che, invece di partire con la mamma di un suo amico alla volta di Cortina, si nasconde in cantina organizzato per sopravvivere sette giorni completamente dimenticato dal resto del mondo.
Durante la permanenza nell'interrato, pero', una seconda persona si unisce a lui: la persona che meno si sarebbe aspettato di vedere, la figlia di suo padre.

Il libretto di Ammaniti (definirlo 'fatica' per 120 paginette è sinceramente eccessivo) narra proprio e solo come una vicenda simile possa segnare la vita a un ragazzino. Lascio a chi vorra' comunque prendersi la briga di leggerselo la sorpresa finale.
Ma se proprio non riuscite a programmare la lettura di questo libello nel vostro personale calendario letterario, non fate gli straordinari: si sopravvive comunque bene. Questo Ammaniti è lontano anni anche solo da quello di 'che la festa cominci'...