domenica 1 novembre 2015

Relazioni tossiche

Ho trovato questo articoletto decisamente interessante, che merita una riflessione.
Perché cadiamo in una relazione tossica?
Forse non è  così  difficile trovarsi in questa situazione: magari è  più difficile identificarlo correttamente, ed ancor di più uscirne per tempo...


venerdì 21 agosto 2015

Daria Bignardi - L'amore che ti meriti

Alma e Maio sono due fratelli.
Erano due fratelli.
Sono stati due fratelli, molto uniti: con un solo anno di differenza hanno vissuto in simbiosi tutta l'adolescenza, tanto che a volte li hanno anche scambiati per fidanzatini. Alma la mente, Maio il braccio...
Poi un giorno, per scherzo, decidono di provare a farsi: massi', tanto é una sola volta, le solite stupide frasi di sempre.
E restano schifati dall'esperienza: poi Alma rifugge il richiamo, mentre Maio non ci riesce e crolla nel vortice della dipendenza, fino a distruggersi, fino a scomparire.
Ed una notte di nebbia scompare davvero, senza lasciare nessuna traccia di se'.
Alma resta sola, con il senso di responsabilita' per aver suggerito quel primo buco che la divora dentro: sopravvive solo cancellando il suo passato, tutto, e fuggendo via.
E nella sua seconda vita, nel suo presente oggi c'é solo Antonia, sua figlia.
Che ormai é una donna, una scrittrice di trame gialle, e soprattutto sta per diventare madre a sua volta.
Alma non riesce piú a tener nascosta alla figlia la storia di famiglia, e gliela confida: tutti quei misteri irrisolti sferzano la scrittrice, la infervorano, la costringono ad agire, a partire per la citta' d'origine della madre ed indagare sul mistero della scomparsa dello zio.

La Bignardi ci regala una splendida descrizione di Ferrara, e di alcuni suoi abitanti, tenendoci legati al libro da una trama intrigante e incuriosente, che ti fa bruciare le pagine.
Ma oltre al sacrosanto messaggio del 'quanto é supponente e falsa l'affermazione "smetto quando voglio" coniugata all'eroina', io nel libro non ho trovato molto di piú.

Bello e scorrevole: un libro da relax.

lunedì 17 agosto 2015

Natura Viva

Castione d.P. - Nuvole

Ferzan Ozpetek - Rosso Istanbul

Romanzo breve di delicate atmosfere, come piacciono a me.

Ozpetek nella vita é un regista di successo, e vive a Roma. Nel libro decide di far visita a madre e parenti a casa, a Istanbul, e ne approfitta per descrivere con piglio leggero e profondo gli echi della sua vita precedente nella citta' sul Bosforo.
Ne esce un ritratto di una citta' da sogno, rimasta alla magnificenza della meta' del secolo scorso; ritratto nel quale solo i ricordi romantici ritrovano il loro smalto ed i propri profumi, come avviene in ogni idealizzazione scaturita da quel grande seduttore che é la memoria umana.
A mitigare questa visione ovviamente parziale di una Istanbul sospesa nel tempo, Ozpetek intreccia una seconda storia: una persona in viaggio di lavoro, che percorre la stessa parabola temporale, pur se immersa in altre vicende.
Questa seconda trama da' modo all'autore di descrivere una seconda Istanbul, viva e palpitante ai giorni nostri, ma non per questo meno affascinante, pur con le sue contraddizioni da nuovo millennio.

Degna opera di un Regista di successo, il libro opera a scene, sapientemente armonizzate, che portano volutamente il lettore a sognare di essere in quella citta', nella quale "tutto é rosso come i tramonti o blu come le acque del Bosforo".
Ozpetek tratta con leggerezza anche temi piú complicati, come l'Amore, o l'Omosessualita', o la Globalizzazione: ma usa sempre lievi tratti di pennello, e le sue riflessioni toccano il lettore senza ferirlo, o infervorarlo, o peggio.

Bello, da sorseggiare con calma in una notte.

sabato 15 agosto 2015

Alice Ranucci - In silenzio nel tuo cuore

Claudia é una sedicenne che vive perfettamente integrata nel suo tempo: cavalca tutte le opportunita' di divertimento che il mondo patinato di facebook, whatsapp e le "feste" ininterrotte le propongono. Diventa l'icona di questa vita, fatta di fiumi di alcool, ragazzi duri e fascinosi, ragazze strepitose e dall'aria facile.
Ha soldi e tempo a sua disposizione, ed é giovane, bella ed ammirata...
Ma con la famiglia qualche problema di comunicazione, di comprensione, di condivisione di valori c'é: la madre non tollera questo atteggiamento in Claudia, lo considera un degrado morale indegno della sua persona, almeno cosi come lei la conosceva fino ad oggi, e lo contrasta con tutte le sue forze...
Madre e figlia litigano furiosamente, una sera dopo l'altra: l'una non vuol lasciare nulla d'intentato per arginare questo fluire di vita a suo vedere inutile, dannosa; l'altra invece é indisponibile a sentirsi 'comandare' da una persona che lei considera retrograda, non ci sta a lasciarsi vietare l'accesso ad un palcoscenico dove lei - ormai - é una protagonista, riconosciuta, ed invidiata...

Un bel lavoro, a tratti commovente, a tratti anche un po' ingenuo nella trama, ma proprio per questo fresco e genuino: uno spaccato del mondo giovanile di oggi, narrato da dentro, nel quale sono indagate le contraddizioni e le insicurezze tipicamente adolescenziali, che sorprendentemente riconosci uguali in tutte le ere, ma che qui sono declinate secondo i canoni di sopravvivenza dei nostri ragazzi.
Il libro contiene una speranza di redenzione, una catarsi che come sempre inizia violentemente e poi fa il suo lavoro; ma piú ancora esso riesce a fornirci "dall'interno" un mazzo di chiavi di lettura per la comprensione del fenomeno giovanile di questo decennio.

Bello, davvero: si legge in poche ore, e si riflette per piu tempo ancora: sia che il lettore appartenga alla classe degli educatori o a quella invece degli stessi giovani.

venerdì 14 agosto 2015

J.R. Moehringer - Il bar delle grandi speranze

Manhasser é un sobborgo della Grande Mela. Non c'é granche', se non un bar storico, posto proprio lungo la via principale: il Dickens.
Junior e sua madre vivono da soli, il padre si é allontanato quando JR é nato, ed il ragazzino, man mano che cresce, ha necessita' di avere attorno a se una figura non tanto paterna quanto maschile.
Lo zio Charlie, il suo unico zio, é un barista del Dickens: basta poco a far che il rapporto tra ragazzo e adulto diventi tra un ragazzine ed una pluralita' di adulti, tutti colleghi a vario titolo dello zio, e quindi tutti riconducibili al bar.
A poco a poco, crescendo, JR inizia a confondere la presenza maschile - educativa - accanto a se, con le presenze maschili nel bar di fianco a casa, ed a concludere che dove é il Bar, li' si trova anche - appunto - Casa...
E nei bar, si sa, si conversa, si gioca, si mangia, si litiga. Ma soprattutto si beve: JR cresce in maturita' assistito dal Bar e dai suoi piú assidui avventori, ma questo - il Bar, o meglio la sua essenza, fatta di solidarieta' e saggezza etilica - rappresentera' il suo piú grande scoglio. Un appiglio a cui aggrapparsi quando i marosi della vita diventano burrasche, ma contemporaneamente un faraglione invalicabile alla sua aspirazione di spiegare le vele, un grave handicap per le sue ali verso la vita futura.

Moehringer verra' premiato con il Pulitzer, quindi pochi dubbi su quello che succedera' nella trama che é autobiografica, ed ancor minori dubbi sulle sue qualita' di narratore.
Resta questo libro che per 99 centesimi é un grande elogio dei pregi del bere insieme, dell'essere uomini nel consumo di alcool, maestro nel deformare le realta' di tanti avventori in altrettante persone sagge o di successo: solo l'ultima riga spiega tutto l'arcano, ma nessun avviso in copertina impone di leggere tutto il volume, fino alla fine.

Bello ma potenzialmente pericoloso.

sabato 1 agosto 2015

Angelo Jannone - Aspettando....giustizia

L'ultima fatica di Jannone é un thriller di denuncia: parla di un fatto di cronaca realmente avvenuto negli anni 80 e altrettanto realmente ancora irrisolto.
Il Comandante dei Carabinieri Paterno' (anch'esso personaggio reale) viene destinato a Policoro, in Basilicata; li' scopre che ogni giorno un padre irriducibile al destino si presenta in stazione per avere notizie dell'indagine che dovrebbe scoprire come sia morto veramente suo figlio, diversi anni prima.
In quella notte maledetta il ragazzo e la sua fidanzata erano stati rinvenuti senza vita in casa di lei, ma l'inchiesta aveva determinato come causa della morte l'elettrocuzione dovuta ad una stufetta difettosa.
Nessuno fu mai convinto da quella spiegazione, ma un'altrettanto inspiegabile fretta di chiudere il caso impedi' indagini piú approfondite gettando nello sconforto i genitori delle vittime.
Il narratore opera attraverso gli occhi del Comandante, e illustra i conflitti contro i privilegi mafiosi del presente mescolati agli sforzi per cercare la verita' del passato. Un percorso che raggiunge risultati solo fino a che le indagini non tocchino i classici intoccabili: in quel momenti tutto si esaurisce in un soffio di vento.

Jannone nello scritto alterna abilmente un linguaggio da caserma quando narra il rapporto cameratesco tra gli Uomini dell'Arma, ed un narrare piú pulito e descrittiivo nelle altre parti, inducendo nel lettore una netta separazione di ambientazioni. .
Anche nel crescendo della ricostruzione, quando molti nodi giungono uno dopo l'altro al pettine, lo scritto viene proposto in scarni capitoletti contenenti poche illuminanti informazioni ciascuno. La tecnica riesce a rendere nel lettore l'esasperazione che si vive nella storia: la stessa fatica nel connettere le informazioni dal libro rappresenta l'analogo faticoso senso di impotenza provato dagli inquirenti nel ricevere solo informazioni a brandelli, che conducono a ipotesi probabili solo con moltissima fatica.

In definitiva un buon libro, un documento di denuncia, una fatica riuscita per un libro gradevole ed intrigante, che non ha bisogno mai di indulgere in banali descrizioni di sesso o sangue.