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Autore: Pedro Calderón de la Barca
(come un Blog dovrebbe essere)
(grazie a Renata, a cui l'ho rubata)
Si racconta che Cristoforo Colombo, durante il suo quarto viaggio nel 1503 si arenò sulle coste della Giamaica. Visto che le provviste erano scarse si rivolse alle popolazioni locali che rifiutarono di aiutarlo.
Allora Colombo, che aveva con sè una copia di uno dei libri di Regiomontano con le predizioni delle eclissi lunari , organizzò un incontro con i capi delle popolazioni indigene e disse loro che Dio era molto offeso e che avrebbe fatto sparire la Luna.
Come previsto iniziò l’eclissi e gli indigeni spaventati dissero a Colombo che gli avrebbero fornito il cibo se avesse intercesso per loro presso Dio.
Morale della favola: altro è saper leggere i segni dei tempi e prevedere gli eventi, altro è avere il potere di provocarli.
Aggiungo io: la conoscenza delle cose - però - ti dà sempre una possibilità in più rispetto agli altri: sta a te decidere come adoperarla.
Mettere in musica le liriche dantesche può sembrare irriverente, o impossibile, o una grande idea. Io sono di quest'ultima opinione: è una grande idea.
I versi danteschi sembrano preparati apposta per essere cantati, e la scelta è stata quella di sostenerli con una musica rockeggiante nell'inferno, che poi diventa sensibilmente più dolce ed orecchiabile man mano che si sale verso la cima, verso il paradiso.
Ed anche l'interpretazione che gli attori - cantanti danno è molto curata e sentita: inoltre le scenografie e gli effetti speciali sono davvero suggestivi.
Ma...?
Ma la struttura stessa della storia, la costruzione dei versi danteschi, la musica 'aulica' necessaria a narrare una tale vicenda, tutto questo è inevitabilmente 'pesante'. E malgrado la bravura di attori, registi e compagnia assortita, tale è rimasta: pesante, difficile, lenta.
Insomma, Dante è immortale, ma la sua trasposizione in musical, per quanto curata, resta un'opera di secoli fa, lontana secoli, non proponibile alla completezza del pubblico dei nostri giorni ma solo per pochi estimatori.
A me, pur - ripeto - apprezzando lo sforzo recitativo e canoro, non è piaciuta.