Mentre leggo Grossman (il suo monumentale "cerbiatto" ne numera 781) sento il bisogno di un intervallo. La scelta cade sull'ultima indagine del Montalbano nazionale, in lingua italo-sicula.
La storia sorprende un investigatore in crisi per gli anni che passano, come succede ormai da qualche episodio. Mentre a Vigata non succede nulla di criminalmente rilevante, l'inerzia lascia spazio nella mente del nostro a qualche amara riflessione di troppo sui danni che il passare del tempo ci procura. E tanta distrazione gli impedisce di vedere chiaramente gli indizi che un pazzo criminale lascia durante i suoi misfatti.
Poi il Montalbano nazionale si riscatta, ma...
Racconto un po' fiacco, compensato da una certa dose di truculenza invero rara nell'autore.
Leggero da ombrellone, sempre piacevole, ma lontano da certe sue opere precedenti.
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