lunedì 23 maggio 2011

John Grisham - Io confesso



Grisham non spiega se i fatti da lui narrati sono realmente successi, ma sono di certo verosimili.
Un Pastore trova nella sua chiesa uno squilibrato, che poi scopre essere un ex detenuto e malato terminale.
Il tipo gli confessa allegramente (o quasi) di essere l'autore di un feroce delitto per il quale in un altro stato dell'Unione sta per essere giustiziato un ragazzo (nero) di 19 anni. Ingiustamente.
Keith, il Pastore a cui non è sfuggito che lo psicopatico apprezza in modo morboso la sua giovane consorte, finisce in un guazzabuglio di sentimenti, tra il segreto della confessione ed il desiderio di salvare una vita innocente.
Sarà così coinvolto in una esperienza (salvare il condannato innocente) che segnerà la sua esistenza, da diversi punti di vista.
Il libro ha la struttura di una cronaca, elenca passo passo tutti gli avvenimenti che si susseguono, ed illustra molto bene come viene trattato il concetto di 'Pena di morte' nel Texas.
Però a me è sembrato più un trattato sulla pena di morte, in tutti i suoi aspetti più o meno deteriori, piuttosto che un legal thriller.
La souspance è pressochè azzerata, e la fine dello scritto è stato raggiunto dal lettore più per buona volontà che per desiderio di sapere come sarebbe andata a finire.
Tutto molto realistico, anzi, forse un po' troppo reale, ed ordinario.
E, se devo dirla tutta, anche un po' monotono.

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