lunedì 17 agosto 2015

Ferzan Ozpetek - Rosso Istanbul

Romanzo breve di delicate atmosfere, come piacciono a me.

Ozpetek nella vita é un regista di successo, e vive a Roma. Nel libro decide di far visita a madre e parenti a casa, a Istanbul, e ne approfitta per descrivere con piglio leggero e profondo gli echi della sua vita precedente nella citta' sul Bosforo.
Ne esce un ritratto di una citta' da sogno, rimasta alla magnificenza della meta' del secolo scorso; ritratto nel quale solo i ricordi romantici ritrovano il loro smalto ed i propri profumi, come avviene in ogni idealizzazione scaturita da quel grande seduttore che é la memoria umana.
A mitigare questa visione ovviamente parziale di una Istanbul sospesa nel tempo, Ozpetek intreccia una seconda storia: una persona in viaggio di lavoro, che percorre la stessa parabola temporale, pur se immersa in altre vicende.
Questa seconda trama da' modo all'autore di descrivere una seconda Istanbul, viva e palpitante ai giorni nostri, ma non per questo meno affascinante, pur con le sue contraddizioni da nuovo millennio.

Degna opera di un Regista di successo, il libro opera a scene, sapientemente armonizzate, che portano volutamente il lettore a sognare di essere in quella citta', nella quale "tutto é rosso come i tramonti o blu come le acque del Bosforo".
Ozpetek tratta con leggerezza anche temi piú complicati, come l'Amore, o l'Omosessualita', o la Globalizzazione: ma usa sempre lievi tratti di pennello, e le sue riflessioni toccano il lettore senza ferirlo, o infervorarlo, o peggio.

Bello, da sorseggiare con calma in una notte.

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